La casa del futuro: sempre più Smart con Matter (aka CHIP)

Lo “Smart Home” (Casa Intelligente) è uno dei settori di mercato che ha subito negli ultimi anni una forte espansione. Alla base di questa affermazione sono collegate una serie di altre peculiarità.

Tra questi c’è “IoT” (Internet of Things) e la “Domotica”: due termini che fanno riferimento ad environment differenti e spesso confusi.
Se avete acquistato una telecamera, un interruttore o un termostato Smart allora siete sicuramente in possesso di dispositivi IoT. Si tratta principalmente di device connessi ad Internet in grado di comunicare con l’esterno. Grazie all’utilizzo di un sito, o tipicamente di un’applicazione, è possibile interagire con loro e modificarne le impostazioni ed i setting. Questo è possibile dato che il tutto avviene grazie alla rete, permettendo di controllarli a distanza, ad esempio con il proprio smartphone.
Alcuni dispositivi IoT sono compatibili con i sistemi di assistant più diffusi, come Amazon Alexa, Google Home o Apple HomeKit, permettendo il loro controllo anche attraverso la propria voce.

Per “domotica” si intende, invece, un sistema costituito da dispositivi diversi ma interconnessi tra loro. In tal modo si ottiene una centralizzazione di tutto l’ambiente domestico, rendendo più semplice ed immediata la loro gestione ed il loro utilizzo (ad esempio attraverso un unico sistema di controllo). Viceversa, nell’ambito dell’Internet of Things si hanno dispositivi indipendenti che non comunicano direttamente tra loro.
Domotica e Internet of Things rispecchiano due diverse esigenze.

Un’ulteriore grande differenza riguarda la sicurezza: un sistema domotico è chiuso, rendendo difficile la violazione dei dati, mentre i dispositivi IoT, comunicando con l’esterno attraverso la rete, sono maggiormente vulnerabili.

Con l’aumento della domanda sulla tematica Smart Home, aumenta anche la necessità di uno standard di comunicazione IoT comune, privo di Royalty. Per questo motivo, Amazon, Apple, Google e Zigbee Alliance hanno annunciato nel 2019 la creazione del progetto “Connected Home over IP”. Il gruppo di lavoro vede anche il contributo di aziende nel consiglio di amministrazione di Zigbee Alliance, come IKEA, Legrand, NXP Semiconductors, Resideo, Samsung SmartThings, Schneider Electric, Signify (ex Philips Lighting), Silicon Labs, Somfy e Wulian.

 

Il progetto Connected Home over IP permetterà a dispositivi diversi di domotica, applicazione mobile e servizi cloud fino ad ora indipendenti, l’interconnessione ed il dialogo tra di loro. Il tutto si baserà sul protocollo IP (Internet Protocol), l’approccio sarà Open Source per permettere lo sviluppo e l’implementazione del nuovo standard di connettività unificato, partendo anche da tecnologie Smart Home già collaudate di Amazon, Apple, Google, Zigbee Alliance ed altre aziende. Tutto ciò allo scopo di accelerare la realizzazione del protocollo e portare più rapidamente benefici a produttori e consumatori. 

Recentemente il progetto CHIP (Connected Home over IP) è stato rinominato in Matter. L’obiettivo ovviamente non cambia: tutti i dispositivi IoT dovranno avere un unico standard di comunicazione. Inoltre, anche la Zigbee Alliance è stata rinominata in Connectivity Standards Alliance (CSA) per distinguerla dalla rete Zigbee.
Il logo è costituito da 3 frecce che puntano verso il centro, ciò infatti incarna proprio la peculiarità del progetto: convergenza verso un unico standard di comunicazione.

Cosa possono aspettarsi i consumatori dal nuovo standard?
In primo luogo la sicurezza, essa è un must assoluto per la Smart Home. Non si può davvero avere una casa intelligente se non c’è sicurezza, questo potrebbe portare al non utilizzo degli stessi e alla diffusione di perdita di fiducia in questo dispositivi. Per questo motivo, uno dei principi su cui si fonda lo standard è l’interoperabilità sicura.
Un secondo aspetto è la semplicità di utilizzo con un unico protocollo di connettività tra i vari device IoT. In quest’ottica è descritto un esempio di come potranno comunicare facilmente diversi dispositivi IoT tramite lo standard Matter:

  • Il consumatore acquista un dispositivo compatibile con lo standard Matter come un elettrodomestico. Il dispositivo viene configurato con il relativo software ed una serie di credenziali, le quali provano la sua identità e lo stato di certificazione;
  •  attraverso la scansione del codice QR con il proprio telefono e con la successiva configurazione il dispositivo verrà aggiunto al cluster della propria Smart Home (questa action deve avvenire in modo semplice e guidato, per rendere l’utente finale completamente autonomo nella configurazione dello stesso);
  •  il telefono verificherà le credenziali del dispositivo e lo configurerà sulla rete domestica, ecco fatto!


Il nuovo dispositivo è online e pronto per essere usato, potrà essere controllato con il proprio smartphone e con gli altri dispositivi assistant installati nella propria Smart Home.

I primi prodotti con certificazione Matter arriveranno entro fine 2021 (Philips ha già annunciato che renderà compatibile la propria linea HUE col nuovo standard).

Per gli utenti che dispongono già di dispositivi connessi, nessun problema!

Amazon, Google e Apple hanno garantito pieno supporto a tutti i dispositivi attualmente sul mercato attraverso un futuro aggiornamento software. Con il progetto Matter si sono gettate le basi per un futuro percorso comune che andrà a migliorare la comunicazione anche dei modelli già in commercio!

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