L’evoluzione del powertrain nel settore automotive – Il green che fa discutere

“Le azioni dell’uomo sono la causa dei cambiamenti climatici e, poiché il trasporto veicolare pesa molto sulla quantità di emissioni nocive immesse in atmosfera, rendere la nostra mobilità più sostenibile aiuterebbe a risolvere il problema… Vero, falso, probabile…”

Questo tema è negli ultimi anni è diventando sempre più presente sui tavoli tecnici dei vari produttori di auto ed ha creato un turbinio eccitante di sviluppo tecnologico, che ha portato i motori termici ad essere sempre più “puliti”, compreso i diesel (da sempre esempio di inquinamento ed incombusti), ma ancora di più ha portato una vera e propria trasformazione dell’idea comune del Powertrain, portando il silenzioso e per questo poco attraente per i puristi, motore elettrico nella nostra quotidianità, con motori ibridi, motore elettrico che collabora con il termico, a motori puramente elettrici.

L’avvento di questa nuova tecnologia, che garantirebbe emissioni pari a zero, invece che placare gli animi sulla problematica inquinamento, ha aperto nuovi dibattiti su come misurare tali emissioni, non fermandosi solo a quanto emette il veicolo, ma considerando anche gli inquinanti dovuti alla produzione dell’energia con cui i veicoli si muovono. Ovviamente l’attenzione, per quanto riguarda la mobilità elettrica, è caduta sulla produzione delle batterie e sul loro smaltimento, su tale argomento le opinioni sono fortemente contrastanti e vanno dalla santificazione dell’elettrico, fino alla sua condanna, considerandolo nel computo totale delle emissioni, più inquinante di un motore Diesel.

“Gli esperti di RSE(Ricerca sul Sistema Energetico), è che nell’analisi LCA sul ciclo di vita delle automobili (Life Cycle Assessment) entrano in gioco numerosi fattori che possono condizionare anche pesantemente i risultati finali se l’approccio LCA non viene seguito in modo rigoroso. Tra i parametri che influenzano il confronto sulle emissioni nel ciclo di vita tra auto elettrica e veicolo con motore a combustione interna, RSE include, oltre al mix energetico:

  • la “confrontabilità dei veicoli” avendo particolare attenzione che le auto paragonate abbiano caratteristiche e prestazioni simili;
  • la stima dei consumi che deve basarsi sui nuovi cicli di omologazione;
  • la vita dell’auto e della batteria, ricordando che, spiegano gli esperti di RSE, “utilizzare una vita dell’auto troppo corta in un LCA comparativo vuol dire svantaggiare implicitamente le auto elettriche, i cui impatti si concentrano nella fase di costruzione”;
  • le emissioni di CO2 equivalente legate alla produzione delle batterie.

Insomma, il paragone va fatto con un’analisi molto dettagliata e precisa, spiegando bene quali parametri si utilizzano e perché. In definitiva, in base alle ricerche citate da RSE, nei cicli di guida urbani il risparmio complessivo di CO2 di un’auto elettrica in ottica LCA varia tra il 40-55% rispetto alle analoghe versioni a benzina e tra il 22-40% rispetto alle versioni diesel.”

“Il diesel? Tenuto conto di tutto, per il clima ad oggi è meglio di un motore elettrico. La sorprendente conclusione è stata illustrata dall’Istituto Motori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Dalla ricerca del CNR, in questo senso, è emerso che «le tecnologie motoristiche in sviluppo saranno in grado di proiettare i motori convenzionali ad un livello di inquinamento praticamente trascurabile nel prossimo decennio». Pertanto, «il motore a combustione interna resta uno strumento strategico al fine di una efficace transizione verso una mobilità “CO2 neutral” per i Paesi europei».

«Le auto elettriche – ha spiegato CNR presentando l’analisi – sono alimentate tramite batterie o tramite celle a combustibile a idrogeno od ossigeno». «Un cambiamento nel sistema energetico dei trasporti è assolutamente urgente. Ma una massiccia elettrificazione della mobilità sposterebbe la localizzazione delle sorgenti emissive di CO2 dai veicoli alle centrali». In altre parole, se le auto elettriche non emettono nulla su strada, occorre considerare qual è l’origine dell’energia che consumano. Ma non è tutto. «Ciò che è necessario è considerare l’intero ciclo di vita di un veicolo». Includendo quindi la produzione, l’uso e la dismissione dello stesso. «Si potrebbe controbattere che se la produzione di energia fosse garantita interamente da fonti rinnovabili, le emissioni di un’auto elettrica sarebbero inferiori a quelle dei veicoli tradizionali. Ma esistono anche biocarburanti di ultimissima generazione. Che ridurrebbero del 90% le emissioni rispetto ai combustibili fossili attuali. Se tali tecnologie fossero sviluppate, ancora una volta le emissioni totali di CO2 tra elettrico e termico sarebbero grossomodo equivalenti».”

Queste sono solo 2 delle tante opinioni sull’argomento, chi ha ragione? Da ingegnere mi verrebbe da dire dipende… Il dibattito coinvolge molte sfere ed è molto complesso, la cosa rincuorante è che comunque la si voglia vedere, tutti sono concentrati nella riduzione delle emissioni e quindi nel rendere il nostro pianeta un posto più pulito e vivibile.

Come Kineton non possiamo che essere felici di poter lavorare in questo cambio tecnologico epocale, che ci consente di aumentare i nostri skills e di “goderci” i motori più green di sempre.

Sharevisor è l’applicativo che permette, tramite un’interfaccia web e una rete VPN dedicata, di utilizzare le infrastrutture di laboratorio di Kineton, consentendo di interagire con i dispositivi sotto test e l’environment da qualsiasi posizione esterna. Nello specifico, ciò avviene attraverso la visualizzazione del flusso audio/video catturato tramite una telecamera ad alta definizione, emulando l’utilizzo del telecomando tramite una piattaforma web. L’ambiente del servizio offerto può essere configurato in funzione delle necessità del cliente. In particolare i segnali che possono essere messi a disposizione sono diversi ad esempio digitale terrestre, satellitare, OTT, banda larga, Wifi e così via.

I vantaggi per l’utilizzatore sono molteplici sia per i dipendenti che per i clienti. In dettaglio i dipendenti possono ricorrere allo smart working senza rinunciare all’infrastruttura del laboratorio e non dovendo “emulare” l’ambiente, ma continuando la propria attività come se fossero seduti al desk in ufficio.

Per i clienti, invece: si ha la possibilità di evitare lunghe trasferte per essere presenti in sede, basti pensare a Hisense o a Vestel che evitano costosi viaggi dalla Cina e dalla Turchia; possono avalersi del pay per use – il cliente non ha nessun costo di mantenimento e non vi sono risorse inutilizzate; nessun investimento iniziale per la messa in opera dei laboratori di test e cosi via.

HbbTV DevTool è uno strumento di supporto allo sviluppo ed al testing delle applicazioni HbbTV anche quando non si ha a disposizione l’elaborata infrastruttura hardware presente presso i laboratori Kineton. Il tool si interfaccia con il browser in esecuzione sulla TV e consente di ispezionare e fare debug delle applicazioni “HbbTV” in modo semplice e veloce direttamente sul dispositivo finale. Tutto ciò è stato realizzato partendo dal presupposto che le applicazioni HbbTV sono costruite mediante l’utilizzo di HTML e Javascript, per lo più a singola pagina e, soprattutto, dalla difficoltà dovuta alla mancanza di strumenti, che consentissero di effettuare la fase di analisi e debugging in maniera agevole.

L’integrazione del DevTool di Chrome consente tra l’altro: ispezione del DOM e manipolazione degli elementi; modifica delle proprietà CSS degli elementi; esecuzione del codice Javascript a runtime; visualizzazione dei log lanciati dall’applicazione; visualizzazione dei cookie, local storage etc.

Le soluzioni sopra riportate rappresentano un esempio di efficienza, mirata non solo al business, ma anche all’ottimizzazione del lavoro dei propri dipendenti.

Alla fine quindi bisogna affrontare sempre le difficoltà come delle sfide, cercando di domarle invece di essere sopraffatti ed alla fine i risultati giungono.

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